Lo sapevi che la durata media giornaliera della programmazione dedicata al dolore è pari a un telegiornale “normale”? La mostra Gioia di vivere a Pianezza (TO) è fuori dal coro e ci propone di mettere da parte le brutte notizie.
Forse l’intento è quello di portare un po’ di positività nel periodo prenatalizio di questi tempi bui.
Verso la mostra
Ho scelto le opere sulla famiglia perché, indipendentemente da come è composta, la famiglia ci accoglie in questo mondo e ci fa crescere. Ai primi anni di vita sono legati molti ricordi felici ed amicizie.
Maternità. Acquerello su carta 40×50 cm, 2020
Maternità è una emozione unica. E’ la gioia di vedere crescere una giovane vita. La scena rappresenta una istantanea dei primi mesi di vita: la mamma che tiene in braccio la sua bambina. Un momento di puro amore, gioia e dedizione
Paternità. Disegno su carta, 20×30 cm, 2009
Paternità è una emozione unica e profonda quanto lo è la maternità. La scena rappresenta un papà (mio marito) nel tenero abbraccio con la sua piccola. Per lui resterà per sempre la sua “cucciola” anche quando la accompagnerà all’altare vestita da sposa.
Caterina. Matita su carta, 2009-2015
Come è bello essere bimbi! Niente preoccupazioni, niente doveri, le giornate sono piene delle scoperte e di gioia. La gioia dei piccoli è la pura gioia di vivere! Questa opera raccoglie diversi schizzi che ritraggono mia figlia Caterina nei suoi primi anni di vita.
Le opere fanno parte del progetto “Diversamente acquerello” dedicate alle donne che pur avendo contribuito allo sviluppo delle scienze sono rimaste sconosciute a causa delle discriminazioni del genere.
Conosciamole tutte
Arete di Cirene (vino rosso su carta grezza, 20×30 cm, 2023)
Figlia di Aristippo di Cirene, che fu studente di Socrate stesso e compagno di Platone. Arete crescendo si trovò a stretto contatto con il mondo filosofico platonico. Suo padre fondò una scuola filosofica a Cirene, di cui la figlia divenne capo dopo la sua morte. Nel frattempo però viaggiò per diverse città greche, insegnando filosofia, specialmente applicata all’edonismo, e il modo di gestire le emozioni. Sappiamo che fu molto conosciuta e citata da filosofi dell’epoca, avendo scritto circa 40 libri. Si dice che abbia avuto a sua volta 110 filosofi discepoli nella vita, ma purtroppo nemmeno uno dei suoi scritti è sopravvissuto ad oggi.
Geneviève Thiroux d’Arconville (succo di mirtilli neri su carta grezza, 20×30 cm, 2023)
Autrice di romanzi, traduttrice e chimica, Geneviève aveva studiato una materia che potrebbe sembrarci a dir poco inconsueta persino oggi, figuriamoci all’epoca: la putrefazione. Studiava infatti il modo in cui piante e animali iniziavano a decomporsi. Prese il suo lavoro estremamente sul serio, conducendo oltre 300 diversi esperimenti, pubblicando tutto in maniera anonima. Per 10 anni condusse una miriade di test su come poter ritardare la decomposizione del cibo, per esempio, cercando di capire quale potesse essere il modo migliore per proteggere il cibo da questo processo.
Susan Jocelyn Bell (caffe su carta grezza, 20×30 cm, 2023)
L’unica del quintetto ancora in vita, l’astrofisica britannica Susan Jocelyn Bell è la scopritrice della prima pulsar. Dopo il dottorato all’Università di Cambridge, lavorò insieme all’astronomo inglese Antony Hewish alla costruzione di un radiotelescopio per lo studio dei quasar da poco scoperti. Fu ascoltando il rumore di fondo nelle registrazioni dell’osservatorio che si accorse di un segnale che pulsava regolarmente, una sorgente che sarebbe in seguito stata identificata come stella di neutroni. Il Nobel per la scoperta andò però, nel 1974, solo ad Hewish («gli studenti non vincono il Premio Nobel» avrebbe commentato con rammarico la scienziata). Il ritratto è ispirato ad una foto del 1968 davanti al Mullard Observatory (Cambridge), nell’anno della scoperta.
Rosalind Franklin (cioccolato amaro su carta grezza, 20×30 cm, 2023)
La chimica e fisica britannica Rosalind Franklin, le cui ricerche furono di vitale importanza per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA. A lei si deve la messa a punto di una tecnica che utilizzava i raggi X per realizzare fotografie ad altissima definizione delle molecole viventi e non, un metodo che si rivelò di vitale importanza per gli studi sulla struttura dei singoli filamenti genetici. I dati dei suoi lavori finirono però nelle mani di James Watson e Francis Crick, scienziati di un laboratorio rivale che – sfruttando il lavoro non riconosciuto della donna – si aggiudicarono, insieme a Wilkins, ex collega della Franklin, il Nobel per la Medicina.
Lise Meitner (caffe su carta grezza, 20×30 cm, 2023)
Oltre che con il sessismo, Lise Meitner, fisica austriaca di origini ebraiche, dovette combattere anche con l’antisemitismo. Conoscente di Albert Einstein e Marie Curie, lavorò per tre anni, non pagata, come assistente del fisico Max Planck e instaurò una collaborazione – che sarebbe durata 30 anni – con il chimico otto Hahn, con cui cominciò una serie di proficui studi in fisica nucleare. Costretta a trasferirsi in Svezia per le persecuzioni naziste, si mantenne in contatto con Hahn e insieme, nel 1939, scoprirono le basi teoriche della fissione nucleare. Il Nobel per la scoperta venne riconosciuto solo ad Hahn, che la nominò però 9 volte nel suo discorso di ringraziamento. Da convinta pacifista, si rifiutò più volte di prestare le sue conoscenze agli studi per la costruzione della bomba atomica.
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Le favole sono dei racconti surreali, ma non troppo. Essere diversi è bello anche se talvolta molto difficile. Il “Brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen parla di questo.
Ho dedicato a questa storia magica, ma tanto attuale una serie di 6 illustrazioni inedite realizzate con le tecniche miste a base di acquerello.
Prossima fermata la fantasia
Allestimento della mostra a PianezzaLa prima “uscita” del Brutto anatroccoloVista della sala espositiva presso Biblioteca di PianezzaEssere diversi è bello. esporre ancora di più
Le opere inedite sono state presentate per la prima volta alla mostra collettiva “Viaggio nella fantasia” a presso la biblioteca di Pianezza (TO) in via G. Matteotti 3. Questa serie mi vede nella insolita veste di illustratrice, ma non rinuncio alle citazioni di surrealismo.
Dall’uovo al cigno
Ecco tutte i 6 illustrazioni. Secondo te quale mancava alla mostra di Pianezza?
paura della diversità – 40×50 cm, tecniche misteessere diversi – 40×50 cm, tecniche mistekeep on dreaming – 40×50 cm, tecniche misteil freddo della solitudine – 50×40 cm, tecniche misteun amico – 40×50 cm, tecniche mistehappy end – 40×50 cm, tecniche miste
Come allora oggi ciò che è diverso è spesso temuto, deriso ed evitato. La serie è nata soprattutto per dare la voce a ciò che prova chi, come me, si sente fuori dal mondo come se parlasse una lingua diversa. Vi presento le illustrazioni realizzate tutte in formato 40×50 e 50×40 cm su carta grezza con utilizzo di acquerello, china, matite e pastelli.
Celo, celo… manca!
Se hai guardato con attenzione la foto della sala avrai notato che proprio questa opera mancava non è stata esposta alla mostra a Pianezza
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Le giornate sono ancora calde, l’umore è ancora alto. E’ il momento giugno per un guardaroba autunnale, ma non troppo. Collezione Art2wear Mix & Match, la collezione che parla il piemontese.
I capi colorati, ironici e funzionali danno il meglio di sé sugli sfondi che raccontano il capoluogo piemontese nel dialetto locale. Le illustrazioni sono state realizzate durante Eurovision 2022.
Un po’ di storia
Il piemontese (nome nativo piemontèis, [pjemʊŋˈtɛi̯z]) è una lingua gallo-italica. Nonostante venisse sovente associato all’italiano e al francese, per via della posizione geo-storica del Piemonte, il piemontese è la lingua di raccordo tra il lombardo e l’occitano ed è parte della memoria storica della colonizzazione gringa della pampa argentina. Il piemontese è riconosciuto fra le lingue minoritarie europee dal 1981 ed è censito dall’UNESCO tra le lingue meritevoli di tutela. Il 15 dicembre 1999 il Consiglio regionale del Piemonte ha ufficialmente riconosciuto il piemontese e nel 2015 ha attivato la versione in piemontese del proprio sito ufficiale.
Lavori in corso
a collezione deve il suo nome al mood che si risperava durante Eurovision: mescolare, contaminare abbinare, contrapporre ed unire. Tutto dalla in tutto dalla scelta dei tessuti ai colori e fantasie.
Torino da visitare
Abito bi-color in tessuto di cotone bianco e blu stampato sullo sfondo del Mote dei cappuccini. Il Monte dei Cappuccini è una collina di 325 m, su di esso, si erge il convento e la chiesa di Santa Maria al Monte, affidato ai frati Cappuccini, da cui il nome.
Spolverino in jeans azzurro impreziosito dai dettagli in pizzo sulle tasche, le maniche svasate e la cintura da utilizzare per dare un tocco di sobria eleganza. Per lo sfondo ho scelto il castello di Valentino. Acquistato da Emanuele Filiberto di Savoia nel 1564, il Castello deve il suo nome alla regione, denominata «Vallantinum» causa territorio segnato dalla presenza di una valle solcata da un corso d’acqua, la bealera del Valentino che tuttora scorre interrata.
Gonna in cotone color amaranto non passa inosservata. Ecco perché ho scelto come la Mole Antonelliana chiamata dai veri torinesi “La Mole”. Il nome significa “edificio monumentale” e deriva dal fatto che, in passato, fu la costruzione in muratura più alta del mondo dal 1889 al 1908. Per anni fu l’edificio più alto di Torino, ma oggi, dopo la costruzione di altre due grattacieli, resta l’edificio più alto del solo profilo centrale urbano della città. Dal 2000 ospita il Museo nazionale del cinema al suo interno.
Torino da mangiare
Completo di tessuto misto lino e cotone con stampe feline. Per lo sfondo di questo modello ho scelto la panna cotta. Si tratta di un dolce di origine piemontese e si presuppone che risalga agli inizi del ‘900. Alcune legende circa l’invenzione della panna cotta, narrerebbero di uno chef cuneese di nome Ettore Songia a metà degli anni sessanta avrebbe messo a punto la ricetta di questo dolce. Ad oggi la panna cotta è diffusa in tutta Italia, dove viene generalmente servita con salsa ai frutti di bosco, caramello o cioccolato.
Maglia manica corta in piquet di cotone rosso arricchita con decorazioni in madreperla sullo sfondo di gianduiotto. Giandujotto (giandojòt in piemontese) è un cioccolatino a forma di prisma a base rettangolare composto con cioccolata denominata gianduia che si produce a Torino. Solitamente è avvolto in carta dorata o argentata. Secondo alcuni il gianduiotto fu prodotto per la prima volta dalla nota società dolciaria torinese Caffarel nello storico stabilimento di Borgo San Donato e presentato al pubblico nel carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja, da cui prende il nome, che distribuiva per le strade della città la nuova bontà.
Gonna rosa con stampe tropicali e camicia bianca sullo sfondo di bagna càuda. La bagna càuda [ˈbɑɲa ˈkɑʊ̯da], nome piemontese traducibile come “salsa calda” in italiano, è una tipica specialità gastronomica della cucina piemontese, originaria del Basso Piemonte. La leggenda vuole che il commercio delle acciughe salate fosse un modo per commerciare il sale, evitando così di pagarne gli elevati dazi: mastelli pieni di sale presentavano, al controllo dei gabellieri, nella parte superiore, uno strato di acciughe salate. L'”acciugaio” (ancióaire in lingua piemontese) era il commerciante ambulante che con il tipico carro trainato da cavalli o buoi portava le acciughe in barili.
Abito bianco in cotone e spolverino kimono in spugna azzurra con ricami in strass sullo sfondo di “savoiardi”. I savoiardi prendono il nome dalla regione storica della Savoia, sono biscotti dolci dalla consistenza molto friabile e spugnosa. La forma ricorda un grosso dito e per questa ragione in inglese vengono chiamati lady fingers (“dita di dama”). Sebbene l’origine dei savoiardi sia incerta, alcune fonti la fanno risalire a un dolce avente il medesimo impasto, il gâteau de Savoie, creato intorno alla metà del XIV secolo dallo chef di Amedeo VI di Savoia, in onore della visita dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo.
Torino con parole sue
Abito di cotone bianco e borsa di spugna arancione fluo arricchiti con decorazioni di paillette e perline sullo sfondo con la parola “cerea”. E’ una espressione tipicamente piemontese che non ha corrispettivi nella lingua nazionale. Era in origine una forma di saluto reverenziale. Per la teoria più accreditata il saluto piemontese deriva dall’espressione “Saluto alla Signoria Vostra”, con alterazione della parola “Signoria” che nel parlato popolare è diventata sereia, serea.
Borsa shopper in cotone denim sullo sfondo di “merenda senoira”. Si tratta di usanza tutta piemontese. Sinoira deriva da “sina”, ossia cena nel dialetto piemontese, infatti si colloca proprio tra l’orario dello spuntino pomeridiano e quello del pasto serale. In origine veniva praticata dai contadini durante le lunghe giornate di lavoro estive o nel periodo della vendemmia, quando fra le 17 e le 18 avevano bisogno di rifocillarsi per poter continuare a lavorare fino al calar del sole. Solitamente i cibi che si portavano erano dettati dalla praticità di poter essere mangiati in modo veloce senza bisogno di sedersi a tavola.
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подготовительный альбомподготовительный альбомскетчбук для арт-проектаThe 100 day project 2022
Idea… fissa
Quest’anno cerco la sintesi nella pittura. Mi ispiro ai Macchiaioli, una corrente artistica italiana conosciuta per la freschezza delle pennellate, luci e contrasti accentuati riprodotti con poche “macchie” di colore. Vorrei imparare a rappresentare con pochi tratti i vari soggetti dai paesaggi, nature morte, animali a… perché no, qualche atmosfera surreale. Per la migliore sintesi lavorerò sui piccoli formati.
100 giorni da macchiaioli. Idea
Inizierò dal copiare i capolavori di Giovanni Fattori, Telemaco Signorini ed altri artisti del gruppo pittorico del Caffe Michelangiolo. Cosa ne pensi?
100 giorni da macchiaioli
1 album, 100 giorni
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Alla mostra ho proposto una serie inedita delle illustrazioni dedicata alle vedute dei boschi nei pressi di Mosca (Russia). La serie è composta da 9 opere 10×15 cm realizzate con tecniche miste su cartone e lo sketchbook russo del 2021 realizzato durante il viaggio a Mosca nel mese di Novembre. All’esposizione l’album è incorniciato aperto ad una pagine con invito agli spettatori di sfogliarlo liberamente.
Assemblando la mostra in mostra collettiva “NATURA VIVA” in villa Casalegno
sketchbook russo 2022la rampa dell’ingresso in Villa Casalegno a PianezzaIngresso con uno scorscio della Villa Casalegno
Panoramica delle opere risposte alla mostra collettiva “NATURA VIVA”
Panoramica delle opere esposteSketchbook autunnale russo 2021Paesaggi dei boschi russi 15×10 cmBetulla all’alba. Disegno su carta, 15×10 cmAlberi autunnali. Disegno su carta, 15×10 cmBetulla al tramonto. Disegno su carta,15×10 cmCardi al tramonto. Disegno su carta, 15×10 cmGelsomino. Disegno su carta, 15×10 cmCardi all’alba. Disegno su carta, 15×10 cmFalco pellegrino. Disegno su carta, 15×10 cmCivetta. Disegno su carta, 15×10 cmPassero. Disegno su carta, 15×10 cm
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Nonostante emergenza sanitaria Paratissima Art Fair Torino ritorna anche nel 2020 con un formato inedito. Il “viaggio” nell’arte contemporanea lungo 4 fermate e 2 mesi partirà il 23 ottobre 2020.
Dal 23 ottobre all’8 novembre 2020 avrà luogo la 1 Fermata presso l’ARTiglieria Contemporary Art Center di Piazzetta Accademia Militare 3 a Torino. Ci sarò anche io per celebrare insieme a voi l’arte come fonte di vita e della rinascita.
Orari: sabato 10:00-20:00 domenica 10:00-20:00
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Progetto “Rottura di schemi” è distruggere fino alle fondamenta il mio modo di vedere e vivere l’arte per trascendere se stessi. E’ una realtà in trasformazione pronta ad abbracciare l’evoluzione ed essere aperta al confronto con le tecniche ed impostazioni che non sono “nelle proprie corde”, per maturare come artista e come persona. L’artista russa da inizio alla serie nel 2015 in occasione dell’omonima mostra che invitava gli artisti ad utilizzare le tecniche mai esplorate prima. Ha scelto di fondere la tecnica di Roy Lichtenstein con le atmosfere di Rene Magritte. Da allora la “famiglia” delle opere “irreverenti” continua a crescere di anno in anno.
Cristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) Collage, 18×18 cm, 2019Cate. Collage, 20×30 cm, 2015Paola V2 (ritratto di Paola Maugeri) Collage, 20×20 cm 2020Trio (ritratto di Trio “medusa” versione 2). Collage, 40×30 cm 2018Opere esposte a Paratissima Art Station Torino 2020
Per i veri fashion addicted il progetto “rottura di schemi” continua con una collezione moda di t-shirt ed accessori personalizzata con le opere esposte a Paratissima. Clicca qui e vestiti per essere sopra le righe!
Cristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) t-shirtPaola (ritratto di Paola Maugeri), t-shirtCristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) felpaPaola (ritratto di Paola Maugeri), t-shirt manica cortaCristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) cappellinoPaola (ritratto di Paola Maugeri), manica lungaCristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) cuscino da arredamentoPaola (ritratto di Paola Maugeri), cover per SamsungCristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) per SamsungPaola (ritratto di Paola Maugeri), cover per iphoneCristiano (ritratto di Cristiano Ronaldo) iphonePaola (ritratto di Paola Maugeri), costume intero donnaT-shirt, maglie, cover, cuscini e costumi personalizzati con le opere di Paratissima 2020
Le altre opere del progetto Le prime opere del 2015. L’opera “Cate” fa parte di questa prima serie eseguita per una mostra dell’associazione “Amici dell’arte” di Pianezza.
Collega, collage 20×30 cm, 2015Felix, collage 20×30 cm, 2015Famiglia, collage 70×50 cm, 2015Le prime opere del 2015
Sulla scia del successo delle opere del 2015 esposte a Paratissima 2018 sono nati i ritratti dei miei deejay radiofonici preferiti. Le opere “Paola” e “Trio” appartengono a questo gruppo. Nello stesso anno sono state create le opere dedicate al novantesimo compleanno del topolino più celebre del mondo e la sua “consorte”
Andrea plays guitar, collage 20×30 cm, 2018Mr , Doc e Cavaliere, collage 30×20 cm, 2018Pinocchi, collage 20×30 cm 2018Love, collage, 2018Topolina, collage, 2018Topolino, collage, 20182018 volti delle radio italiane e topolini più famosi del mondoBunny (ritratto di Silor Moon), collage 2019Kim, collage 2019Albert (ritratto di Albert Einstein), collage, 20192019. Dalla politica ai manga
Nel 2019 sono nati i ritratti dei personaggi di spicco del mondo politico, sportivo, scienza e persino anime. L’opera “Cristiano” fa parte di questo concept.
Nel 2020 il progetto ha “scomodato” i ritratti più celebri per indagare quanto è importante il volto nell’insieme dellopera d’arte
Colori del vino. Acquerelli con vino è un album composto da 10 pagine 24×17 cm di cui alcune saranno esposte nalla sezione speciale della collettiva “Matite in Viaggio 2020” a Mestre dal nome “La civiltà del vino in Italia, in Europa, nel mondo”.
Il progetto. Ogni vino ha il proprio carattere, destino, profumo e colore prima ancora del sapore. Alcuni vini portano con orgoglio i nomi dei vitigni dai quali prendono origine come Freisa, Nebbiolo, Sangiovese; altri come Chianti, Brunello di Montalcino, Barolo hanno immortalato nei loro nomi i posti dai quali provengono. I paesaggi, gente, cultura e costumi del posto – tutto è collegato in una meravigliosa armonia. Da questa magica simbiosi tra i vini e luoghi nasce l’idea di ritrarre i paesaggi e vitigni con un unico colore, quello del vino.
grappolo di uva freisa dipinto con vino freisagrappolo di uva bonarda dipinto con vino bonardagrappolo di barbera dipinto con vino Barbera
Piemonte, la terra dei grandi vini e dei vitigni autoctoni. Qui troviamo nebbiolo, barbera, freisa. Ecco i loro colori, i loro grappoli, le loro terre natali con le morbide curve delle Langhe che tendono all’infinito. Dipinto con Freisa d’Asti, Barbera del Monferrato D.O.C. e Bonarda Piemonte D.O.C. su carta colorata
paesaggio piemontese dipinto con i vini rossi di Piemonte
Bonarda Piemonte si ricava dai grappoli dell’omonimo vitigno autoctono del Piemonte a bacca rossa. Fino ad un’epoca recente detta anche “bonarda piemontese” o “bonarda novarese”. colore: rosso rubino intenso odore: intenso, gradevole sapore: secco, amabile, leggermente tannico, fresco, talvolta vivace o frizzante
paesaggio langhe acquerello con vino Bonarda
Barbera del Monferrato è originario dalle “terre dei santi” legate ai nomi di San Giovanni Bosco e San Damiano d’Asti. Porta dentro lo spirito delle dolci colline, i filari di vigne, le chiese arroccate sui colli. Questo vino prende il suo nome dal vitigno autoctono Barbera da cui prende le origini. colore: rosso rubino più o meno intenso. odore: vinoso. sapore: asciutto o leggermente abboccato, mediamente di corpo, talvolta vivace o frizzante.
Castelnuovo don bosco dipinto con barbera su carta da incisione
Freisa d’Asti prende il nome del vitigno Freisa coltivato anche esso nelle langhe, in particolare nella provincia di Asti. colore: rosso granato cerasuolo piuttosto chiaro, con tendenza a leggero arancione quando il vino invecchia. odore: caratteristico, delicato, di lampone e di rosa. sapore: amabile, fresco con sottofondo assai gradevole di lampone.
paesaggio piemontese dipinto con vino rosso freisa
Toscana con la sua varietà dei paesaggi dal verde rigoglioso della Maremma alle colline brulle e cipressi surreali dell’entroterra. E poi ci sono le colline del Chianti. Qui regna il Sangiovese. Quante sfumature regala quel unico vitigno dal brunello di Montalcino al Chianti. Dipinto con Chianti e Brunello di Montalcino su carta.
paesaggio toscano dipinto con vino brunello di montalcino
Brunello di Montalcino come la maggior parte dei vini toscani nasce dai grappoli di Sangiovese. La sua patrie è nell’area del comune di Montalcino in provincia di Siena. Colore: rosso rubino intenso tendente al granato; Odore: caratteristico ed intenso, con richiamo ad aromi di geranio, ciliegia e spezie Sapore: asciutto, caldo, un po’ tannico, robusto, armonico, persistente.
paesaggio toscano dipinto con vino brunello di montalcinograppolo di uva sangiobvese dipinto con vino brunello di montalcino
One week 100 people 2020. 9-13 marzo mi ricorderò bene queste date. Come disegnare 100 persone in una settimana durante la quarantena? Vi racconto la mia storia.
per le strade di torino prima di CovidTram a Torino prima del covid 19Per le strade di Torino prima di lockdownLe prime persone sono state disegnate quando non sapevamo del lockdown
Hai mai provato a ritrarre 100 persone in 1 settimana? Io sì. Nel 2020 per quarta volta ho preso parte alla “caccia” al ritratto veloce che si è svolta dal 9 al 13 marzo. Questa volta avevo dei seri dubbi di farcela. Il coronavirus ha confinato tutti in casa.
One week 100 people 2020. 9-13 marzo Alcune delle 100 persone disegnate durante la quarantena
8 marzo. Ricomincio da zero. Come da tradizione il primo ritratto della serie “one week 100 people” è il mio autoritratto. A differenza dalle altre volte il giorno prima ho disegnato un autoritratto “non ufficiale”. Mi è sembrato giusto definirlo come “numero zero”. Esprime come non vorrei mai sentirmi.
Autoritratto zero ed autoritratto uno
9 marzo. Quarantena -1. Il primo giorno della maratona. Volti preoccupati delle mie colleghe in sala mensa il giorno prima dell’inizio della quarantena per COVID-19. Negli uffici ci stiamo preparando a “levare le tende” e sparpagliarci per le case con il telelavoro.
Ultimo giorno in ufficio prima della quarantena. Cerco di fissare nella memoria e su carta i volti dei miei colleghi
10 marzo.#iorestoacasa. Il primo giorno del così detto smart-working ed il secondo della maratona. Disegno i miei compagni dei “domiciliari”, la mia famiglia, e poi chiunque passi nel raggio del visibile. Del fattorino visto dal balcone ho fatto ben 6 pose veloci!
11 marzo. Tanti auguri a me! è il giorno del mio compleanno ed il terzo giorno della maratona “one week 100 people”. Disegno solo me, mia mamma e la prima foto che vedo sul sito di ANSA alle 21 in punto.
Il mio compleanno
12 e 13 marzo. Sul traguardo. Ci mancava pure il venerdì 13! Nonostante tutto finisco le mie 100 persone. Ogni occasione è buona per disegnare: in coda al supermercato (rigorosamente a distanza di sicurezza), per strada, durante i flash mob quando si canta, si suona e si balla sui balconi. Italia vuole crederci e vuole farcela.
Accordi finali del One week 100 people 2020
Il ritratto numero 100 è il mio autoritratto sullo sfondo azzurro come il simbolo della speranza.
Il 10 maggio 2020 il primo e più duro lockdown è finito, ma nulla è stato come prima…